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Principio base del giornalismo: i fatti separati dalle opinioni.
Ne consegue il principio del distacco del reporter dai fatti che non devono contenere un grammo della sua soggettività.
Legge inderogabile del Wall Street Journal e del Financial Times: un giornalista che ha un qualsiasi interesse economico in una società quotata o di altro genere non potrà mai occuparsi di finanza.
L’obiettività nel giornalismo è una questione di scelte e di metodo. Poiché il giornalismo non è una scienza, ma un’attività intellettuale inserita in un contesto storico, economico e politico, i giornalisti devono decidere a chi serve il loro lavoro.
Se scelgono che il loro lavoro serve a soddisfare il bisogno di informazioni del pubblico, la loro credibilità dipenderà unicamente dalla loro capacità di seguire un metodo riconoscibile, dichiarato e applicato con coerenza, svincolato da qualsiasi umana simpatia o antipatia.
Se perdi la fiducia del lettore, infatti, la tua missione di giornalista decade. Qualunque altra cosa tu faccia dipende da quel rapporto di fiducia.
il direttore del New York Times, Paul Hayes ha detto:
“Se il lettore pensa, anche solo per un attimo di non potersi fidare di ciò che trova scritto sul giornale, il contratto è risolto”
Quando il pubblico sa che, su certi argomenti, il giornalista ha un “interesse privato”, sia pure innocente ed esclusivamente di tipo affettivo, ogni suo articolo su quel dato argomento o che riguardi, sia pure indirettamente, quella data persona, sarà SEMPRE scrutato e valutato con diffidenza, in questa ottica.
Se l’articolo sembrerà troppo “buono” penseranno che il giornalista si è lasciato influenzare dagli affetti.
Se l’articolo sembrerà troppo “cattivo” penseranno che ha calcato la mano proprio per fugare ogni dubbio.
È inevitabile. È umano. Può anche essere considerato ingiusto, ma questa è la realtà, e con la realtà bisogna sempre fare i conti. Non può essere ignorata.
Il buon senso e il “criterio di opportunità” suggeriscono giustamente in questi casi, di occuparsi di argomenti diversi da quelli che possono entrare in contatto e anche in contrasto con l’interesse, o comunque con quello che il pubblico ritiene essere un “interesse privato” del giornalista.
Quando si ignora questo comportamento di puro buon senso, è la realtà che si incarica di sfiduciarti e, prima o poi, di metterti di fronte a situazioni imbarazzanti dalle quali diviene difficile uscirne dignitosamente.
Meglio evitare. D’altronde non c’è mica solo la politica e i suoi annessi. C’è lo sport, c’è l’esperto Cristiani da intervistare sull’immancabile crisi degli affitti, c’è la Tirreno Adriatico, c’è il Tuscany sealife, … Hai voglia!
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