sabato 13 agosto 2016

La Tinozza chiede l'autonomia - Il popolo lo chiede all'ARPAT


Prendendo spunto dalle recenti affermazioni del sindaco circa la tranquilla balneabilità della Tinozza, facciamo il punto su alcune particolarità di quella zona di mare sulla base dei dati SIRA – ARPAT che sono quelli che determinano ufficialmente la balneabilità o meno di una spiaggia.
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Nell’immagine sotto si vede la zona Arpat “San Vincenzo Centro sud” che è quella che ci interessa.
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La spiaggetta di via Elba, subito a sud del porto fa parte di questa zona, anche se la sua acqua per circa metà ricade in zona permanentemente non balneabile. E’ singolare che chi fa il bagno in quella spiaggia, fino a venti-trenta metri dalla riva lo fa in acqua perfetta e balneabile, ma se si spinge oltre, finisce in acqua forse inquinata e comunque non balneabile. E il bello è che le due acque sono rigidamente separate e non si mescolano mai fra di loro.
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Il resto della zona “San Vincenzo Centro Sud” si estende poi a sud fino alla fine degli ombrelloni del Delfino.
Come si vede il punto di prelievo periodico Arpat  o  è esattamente di fronte al Delfino.
Fino a tre anni fa questo punto poteva essere considerato (con un po’ di elasticità mentale) abbastanza rappresentativo dell’intera zona. 
Ora invece, dopo la realizzazione della scogliera sommersa di pochi centimetri, la tinozza che si è formata è ormai nettamente separata dal resto della zona ARPAT. Pertanto il prelievo davanti al Delfino non ha ormai più nulla a che vedere con le condizioni dell’acqua della tinozza.
Cioè se per assurdo un autospurgo di notte andasse abusivamente a vuotare la sua botte in uno dei vecchissimi fognoli abbandonati che ancora recapitano nella tinozza, il liquame resterebbe là confinato, e se anche la mattina dopo ci fosse il prelievo ARPAT (di fronte al Delfino), questo prelievo non potrebbe rilevare nulla di anomalo e quindi la tinozza, nonostante lo sversamento,  resterebbe, come dice il sindaco, tranquillamente e legalmente balneabile.
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Pertanto, visto l’avvenuto stravolgimento della morfologia di quella spiaggia è assolutamente indispensabile che l’ARPAT istituisca una zona aggiuntiva “San Vincenzo tinozza” con punto di prelievo all’interno della tinozza stessa.
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Ho già segnalato con tutte le evidenti motivazioni tale urgente necessità alla SIRA. Ma sarebbe bene che anche il Comune si facesse parte diligente e chiedesse, pretendesse, tale indispensabile adeguamento dei controlli.



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