lunedì 21 gennaio 2013

Massacro della spiaggia di Rimigliano - Le domande che avremmo voluto fare ai responsabili

Il Tirreno – San Vincenzo – Articolo del 21.1.2013
Erosione, interventi solo dopo l’estate
Paolo Federighi
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In arancio le domande che avremmo voluto fare.
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Il piano antierosione previsto sulla spiaggia di San Vincenzo – con particolare interessamento del tratto a sud, sul litorale di Rimigliano – è un intervento di recupero dei sistemi dunali e riequilibrio del litorale, approvato dal consiglio regionale nel 2003. Finanziato con fondi regionali per 776mila euro, è sviluppato dalla Provincia in qualità di soggetto attuatore. Secondo l’assessore ai lavori pubblici e all’ambiente Elisa Cecchini, l’inizio degli interventi slitterà a dopo l’estate 2013 per permettere una più scrupolosa programmazione.
Gentile assessore Cecchini, come valuta alcuni degli interventi previsti a Rimigliano, che appaiono drammaticamente intrusivi, deturpanti e rischiosi, quali lo scavo con ruspe di profonde trincee, i chilometri di salsiccioni di ramaglie e di alte recinzioni che saranno eseguiti su tutti i cinque chilometri della spiaggia di Rimigliano ?

Michele Giunti, specialista in scienze forestali della società Nemo – che ha collaborato al piano esecutivo con Iris – è uno dei progettisti incaricati dalla Provincia: «Si tratta – spiega – di interventi di riqualificazione naturalistica e ambientale, sperimentati per la prima volta al mondo, che interesseranno soprattutto il tratto a sud del Comune di San Vincenzo, dove l’erosione si accentua.
Caro dott. Giusti, perché scegliere un ambiente unico e intatto come Rimigliano per sperimentare interventi che verranno "sperimentati per la prima volta al mondo"? Non le pare un azzardo? E se questo esperimento primigenio provocasse, come molti temono,  danni irreparabili, chi ci renderà il nostro Rimigliano?

Non pare affatto che a Rimigliano l’erosione si stia accentuando. Anzi, da un confronto delle foto aeree degli ultimi sessant’anni la spiaggia appare allungata e la vegetazione della duna rinfittita. Rispetto alle foto aeree del 1954, il miglioramento appare addirittura macroscopico (vedi ad esempio QUI le prove oggettive inconfutabili)Perché quindi continuare a parlare, contro la verità, di erosione che si accentua e di duna da ripristinare?

Sono interventi analoghi a quelli in atto alla Sterpaia, basati sull’utilizzo di legname derivante da materiale spiaggiato, da pini caduti e prelevato da interventi necessari di taglio della vegetazione del bosco. 
Davvero vuole paragonare lo stato disastroso della spiaggia della Sterpaia con lo stato quasi ottimale della sontuosa spiaggia di Rimigliano, che la stessa relazione dei progettisti definisce di profondità e dislivello ottimale?

Oltre al legname, sarà utilizzato il biotessuto in fibra di cocco, tutti materiali biodegradabili». «Vicino alla duna – prosegue Giunti – saranno collocati pali di legno e picchetti che proteggeranno l’ecosistema e contribuiranno a diminuire i varchi d’accesso attraverso le dune, segnalati con pannelli per indurre a comportamenti più rispettosi delle dinamiche naturali».
Perchè tralascia di dirci delle profonde trincee che saranno scavate con le ruspe, al piede della duna per interrarci i salsiccioni in fibra riempiti di legname, trincee che distruggeranno per sempre le radici sotterranee della vegetazione della prima duna (altro che passaggio dei trattori) ?

Giunti specifica che il taglio del bosco non sarà indiscriminato, ma di piccola quantità: «Per taglio del bosco, necessario ai fini naturalistici – dice Giunti – s’intende poche centinaia di piante, comunque pericolanti, il cui legno sarà utilizzato vicino alla duna, parallelamente alla linea di costa, e collocato all’interno di “salsicce” di stuoia riempite di sabbia, cippato (legno ridotto in scaglie con dimensioni variabili da alcuni millimetri a un paio di centimetri ndr) ottenuto in loco e posidonia. Il tutto sarà accompagnato da piantumazioni di specie arbustive e arboree.
Come mai sul progetto, le porzioni di bosco destinate  a taglio di diradamento per ricavare il legname necessario, sono decine di ettari ?
E come si farà a ricavare da poche centinaia di vecchi pini pericolanti tutte le migliaio di metri cubi di legname necessario per  i 400 metri di viminate, per i 2000 metri di cataste di legame e ramaglia, per 550 metri di biogabbioni, per i 3000 metri cubi di cordone antedunale e per tutto il resto che andrà ad ingombrare per anni la spiaggia di Rimigliano?

Le opere avranno una durata di 5, 10 o più anni, ma nel frattempo la duna si sarà ricostituita». Altri interventi riguarderanno la difesa della sughera, «ormai rara in questa zona – sostiene Giunti – attraverso i cosiddetti “sfolli”, consistenti nell’eliminazione di alcune piante di leccio al fine, appunto, di difendere la sughera».


Oltre ai comportamenti irrispettosi da parte degli uomini, secondo il tecnico forestale c’è un’altra importante causa dei danni all’ecosistema e dell’erosione: «Senza dubbio – conclude Giunti – il passaggio dei trattori dal piede dunale per effettuare le pulizie va a incidere su di esso scalzandolo, e rappresenta uno dei fattori principali di danno alla duna.
Non sarebbe stato più semplice, più logico e più razionale e più economico impedire al Comune ed al Consorzio Sabbia Etrusca questo dannoso comportamento che è continuato imperterrito fino a tutto lo scorso settembre 2012?
Inoltre, ci scusi, scavare con le ruspe profonde trincee nel "piede dunale" non le sembra un'azione cento volte più dannosa e criminale del passaggio dei trattori? Ma di cosa stiamo parlando? 

In più, quando si fanno le pulizie, il legno e la posidonia, spesso trattati come rifiuti, non vanno portati via ma lasciati dove sono, perché hanno una funzione centrale per il mantenimento dell’ecosistema dunale. Tra gli obiettivi basilari dell’intervento, infatti c’è anche la definizione di corrette modalità di gestione della pulizia sulle spiagge».
Non sarebbe stato più semplice, più logico e più razionale, e più economico impedire al Comune ed al Consorzio Sabbia Etrusca di trattare legno e posidionia  come rifiuti da portare a caro prezzo in discarica o da utilizzare per la costruzione della falsa duna di viale Marconi?
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Ecco qui sotto la spiaggia "da recuperare" che secondo la Provincia,  i progettisti (NEMO srl e IRIS sas), ed il Comune complice silenzioso e condiscendente, dovrà essere ridotta ad un campo di battaglia.
Questa è la zona, seicento metri a sud della foce del Botro a Marmi, dove è previsto il doppio intervento (scavo di trincee con interramento di salsiccioni in geotessile, cordone di legname sciolto ai piedi della duna e recinzione su megapali antivandalismo, in mezzo alla spiaggia)

Progetto di intervento nel Parco di Rimiglianodo: importo 774.000 euro - Provincia di Livorno Responsabile del procedimento Dott. Enrico Bartoletti - Funzionari  addetti Dott. Alessandro Bini Dott. Enrica Mori - Progettisti - NEMO srl - P.zza D’Azeglio, 11 Firenze; Dott. Leonardo Lombardi Dott. Michele Giunti Dott. Viviana Cherici - IRIS sas -  Via Volterrana 179-183 Cerbaia Val di Pesa (FI); ing. Maurizio Bacci ing. Stefano Corsi dott.Arnaldo Galleri.
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Riceviamo:
"Tutta la mia solidarietà al Vostro Comitato. Quanto ho letto nel Vostro allegato ha dell'incredibile: soldi pubblici sperperati per un lavoro privo di una motivazione logica e, per di più, di una qualsiasi motivazione scientifica. La naturalità dell'area verrà, infatti, inevitabilmente stravolta.
A mio avviso, il progetto presenta risvolti che possono essere spiegati solo nell'ambito di un tentativo di predisporre l'area per un futuro "ordinato" sfruttamento turistico della spiaggia stessa.
Cordialmente,
Prof. Folco Giusti
Dipartimento di Scienze Ambientali, Università di Siena,
Via Mattioli, 4, 53100 Siena"

6 febbraio 2012



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Effettivamente va detto che le spiagge della Normandia, a seguito degli interventi anti erosione eseguiti nel 1944 dalla provincia di Cherbourg, su progetto della "Rommel ingegneria naturalistica srl", si presentano ancor oggi in ottime condizioni.



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