martedì 31 dicembre 2013

Le promesse tradite del Nuovo Piano Strutturale

Diceva l’assessore BANDINI (il Tirreno del 10 novembre 2013)
LA SCELTA DEL PIANO È INDIRIZZATA SOLO VERSO IL RECUPERO E LA RIQUALIFICAZIONE INSEDIATIVA.
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Diceva l’architetto GIOMMONI (premessa al Piano Strutturale)
BASTA ESPANSIONE. SOLO RICOMPATTAZIONE DEL GIÀ EDIFICATO.
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Diceva il sindaco BIAGI (solenne promessa elettorale del 21/4/2009 alla Fontana)
“NON SARANNO MAI PIÙ PERMESSE NUOVE COSTRUZIONI LUNGO LA FASCIA COSTIERA”
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Evidentemente hanno cambiato idea.
Ecco solo un piccolo esempio di ALCUNI TERRENI che il Piano Strutturale (appena reso pubblico) prevede facciano parte della “CITTÀ” e DOVE SI POTRÀ COSTRUIRE. 
Quanta roba costruire, lo dirà il Regolamento Urbanistico, ma ormai non potranno più restare inedificati. Altrimenti verrebbero sacrificate le “ legittime aspettative della proprietà”.
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Non era questo che avevano chiesto i cittadini nel cosiddetto “percorso partecipato”. Chiamo a testimone la garante Pietrelli.

CAMPI A SUD DEGLI IMPIANTI SPORTIVI e
il BOSCO COSTIERO A SUD DI RIVA DEGLI ETRUSCHI,
che diventano EDIFICABILI ?  perché?

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Il Giallino delle piante corrisponde all’ UTOE 1. SUB 1. Della CITTA’ di San Vincenzo.
Cosa e quanto ci verrà costruito lo preciserà il Regolamento Urbanistico, ma, a occhio, in quei terreni ci dovrà venire qualcosa dei 6.500 mq. di Edilizia residenziale privata e dei 4000 mq. di edilizia Turistico Ricettiva che il PS già prevede.
Era questo che era stato promesso da BBG ? 
Era questo che era richiesto nel percorso partecipato ? No. Proprio tutto il contrario.
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Estratto del PS per il colore giallino ...................................
ART . 68 LE UNITÀ TERRITORIALI ORGANICHE ELEMENTARI (UTOE) .
Il PS individua le seguenti UTOE, a loro volta, articolate in sub-UTOE:
- L’UTOE 1 della città;
- L’UTOE 2 delle aree periurbane.
L’UTOE 1 della città è suddivisa nelle seguenti sub-UTOE:
- SUB-UTOE 1.1 DELLA CITTÀ, SAN VINCENZO; ***(giallino)
- Sub-UTOE 1.2 della città, San Carlo.
Il dimensionamento.
In ragione dello stato delle risorse ambientali, del loro uso disciplinato e della loro riproducibilità, nonché del mantenimento in efficienza dei servizi di erogazione pubblica, nell’UTOE 1.1 è ammesso il seguente dimensionamento di progetto:
DESTINAZIONE RESIDENZIALE.
SUL mq 12.000 Ristrutturazione urbanistica e riqualificazione urbana.
SUL mq 9.800 Nuova costruzione.
dei quali:
- SUL MQ 6.500 EDILIZIA PRIVATA;
- SUL mq 3.300 Edilizia residenziale pubblica e sociale.
Totale SUL per destinazione residenziale mq 21.800
DESTINAZIONE TURISTICO RICETTIVA.
SUL mq 1.000 Ampliamento strutture turistiche esistenti.
SUL MQ 4.000 NUOVA COSTRUZIONE. 
Totale SUL per destinazione turistico ricettiva mq 5.000














San Vincenzo



domenica 24 novembre 2013

Miracolo a Rimigliano !


"... A seguito di confronto con le autorità competenti …"
La disastrosa situazione idrologica di Rimigliano si è improvvisamente risolta.
Il malato è guarito spontaneamente.
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Due anni fa …….. 2011
Regolamento Urbanistico per la Tenuta di Rimigliano
Studio idrologico idraulico (ingg. Lenza e Dal Canto) allegato alla variante
Conclusioni………………(vedi qui, pagg. 27,28,29)
* La situazione idrologica di Rimigliano (canali di Rimigliano centrale e orientale e Fossa Calda) è disastrosa.
* Il sistema non è in grado di far defluire portate di piena anche modeste.
* Rinforzare la stazione di pompaggio sarebbe del tutto inutile.
* E’ indispensabile una nuova stazione di pompaggio con condotta forzata o canale soprelevato sulla Principessa che bypassi l’attuale foce e recapiti direttamente in mare.
In soldoni.
Roba da centinaia di migliaia di euro, espropri e permessi paesaggistici a non finire.
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Oggi…….. 2013
Nuovo PIANO STRUTTURALE
Studio idrologico-idraulico (ing. Lenza) allegato al Piano Strutturale
Conclusioni………………………………….
“A seguito di approfondimenti e di confronto con le Autorità competenti ……” è emerso che:
* Basterà ripulire i fossi e i canali
* Predisporre una modesta area di laminazione (tanto modesta che non si sta neanche  a quantificarne la capienza) vicino a via del Lago.
* Rinforzare un po’ la stazione di pompaggio esistente (ma così poco che non si sta neppure a quantificare questo rinforzo).
In soldoni.  (Quanto prescritto nel 2011 viene integralmente rimangiato)
In pratica non occorre far nulla o quasi.
(e infatti i lavori di costruzione stanno partendo senza che nessuna opera di mitigazione del rischio idraulico sia stata fatta)
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Questo “confronto con le autorità competenti” deve essere stato divertente. Avrei voluto assistervi. Mi sa che sono volate le sedie.
Comunque grazie a questo “confronto” il malato è improvvisamente guarito.
Ora possiamo stare tranquilli e più che altro possono stare tranquilli quelli che a Rimigliano andranno ad abitarci. Meglio così. Tutto è bene quello che finisce bene.
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Cosa si prevedeva quando la situazione idrologica era ancora pericolosa (prima del miracolo)

2011 
Studio idrologico idraulico (ingg. Lenza e Dal Canto) allegato alla variante  al RU per Rimigliano approvata il 3/10/2011, emerge quanto segue con le seguenti PROPOSTE di INTERVENTO:

1)  i corsi d’acqua (della tenuta di Rimigliano) non sono globalmente in grado di far defluire le portate di piena anche per bassi tempi di ritorni.

2) La Fossa Calda presenta incapacità di deflusso nel tratto a monte della congiunzione con il Rio Santa Barbara

3) Il Canale di Rimigliano Centrale è totalmente incapace di far defluire le portate di piena a causa della limitata capacità di sollevamento dell’impianto idrovoro e alle pendenze di fondo praticamente assenti

4) Il Canale di Rimigliano Orientale è anch’esso interessato da importanti esondazioni, specialmente nel tratto dall’ immissione con la Fossa Calda alla linea ferroviaria

5) La zona in prossimità della foce risulta il punto nevralgico per l’efficienza di deflusso della rete, gli elevati livelli del mare raggiunti durante le mareggiante infatti impediscono il corretto smaltimento delle acque e i livelli liquidi nei canali sono notevolemente rigurgitati. Tale effetto si avverte non soltanto nel più depresso Canale di Rimigliano Centrale, ma anche nel Canale di Rimigliano Orientale.

6) Potenziare la stazione di sollevamento “La Torraccia” sul Canale di Rimigliano Centrale non porterebbe a nessun vantaggio concreto

7) La proposta che viene fatta è di realizzare una nuova stazione di sollevamento che serva sia il Canale di Rimigliano Centrale che il Canale di Rimigliano Orientale, ma che possa recapitare direttamente in mare attraverso una condotta forzata o un canale sopraelevato

8) Per il Canale di Rimigliano Centrale la nuova stazione di sollevamento dovrà funzionare senza interruzione in quanto lo smaltimento delle sue portate può avvenire solamente per scolo meccanico.

9) La condotta forzata o il canale sopraelevato bypasserà tutto il sistema della foce per scaricare direttamente in mare dopo aver attraversato Viale della Principessa.
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2013
PIANO STRUTTURALE
Studio idrologico-idraulico di supporto al Piano Strutturale del Comune di San Vincenzo

GRUPPO DI LAVORO ESTERNO
dott.arch. Stefano Giommoni Progettista coordinatore
dott.for. Stefano Bologna – Quercus s.a.s. Indagini agronomiche e forestali
dott.ing. Massimo Ferrini – Tages s. coop. Indagini sulla mobilità
dott.for. Fausto Grandi – Quercus s.a.s. Indagini agronomiche e forestali
dott.ing. Nicola Lenza – Ingeco s.r.l. Indagini idrauliche
dott.geol. Maurizio Sileoni Indagini geologiche
Ldp progetti gis s.r.l. - Luca Gentili S.I.T. e informatizzazione
dott.ing. Renato Butta - Sintesis s.r.l. - Valutazione integrata e strategica
dott. Serena Butta – Sintesis s.r.l. Valutazione integrata e strategica
dott.ing. Claudia Casini – Sintesis s.r.l. Valutazione integrata e strategica
Sociolab s.r.l. Processo partecipativo
avv. Luisa Gracili – Studio Gracili Ass.to Revisione giuridica e legale
avv. Piera Tonelli – Studio Gracili Ass.to Revisione giuridica e legale

A – QUADRO CONOSCITIVO
ELABORATO  RAB
STUDIO IDROLOGICO IDRAULICO (ing. Lanza)
Studio idrologico-idraulico di supporto al Piano Strutturale del Comune di San Vincenzo
8. PROPOSTE D’INTERVENTO

RIMIGLIANO CENTRALE/ORIENTALE - FOSSA CALDA - CANALE ALLACCIANTE

A seguito di approfondimenti rispetto ai precedenti studi effettuati e di confronti con le Autorità competenti in materia di difesa idraulica, le proposte di intervento per ridurre le criticità riscontrate sono le seguenti:

1) Manutenzione straordinaria del reticolo minore nella zona del Podere Fossa Calda, Podere di Rimigliano e Podere Sveva Manfredi per allontanare dalle zone edificate e/o di futura edificazione le acque di esondazione. Realizzazione di sistemazioni agrarie tali da: evitare fenomeni erosivi, consentire l’assorbimento della maggiore quantità di acqua possibile, aumentare i tempi di corrivazione verso i ricettori finali

2) Potenziamento dell’impianto idrovoro al fine di migliorare lo smaltimento nella zona terminale della foce, Tale sistema correttamente dimensionato produce benefici per il tratto di corso d’acqua a valle della stazione di sollevamento, ma comporta vantaggi a tutta la rete a monte in quanto sarà meno condizionata dai livelli del mare e quindi più libera di defluire. Ulteriori vantaggi si avranno anche per il Canale Allacciante che durante il funzionamento dell’impianto idrovoro, smaltirà più agevolmente i deflussi in mare trovando una foce meno impegnata dal punto di vista idraulico.

3) Calibrazione delle sezioni del canale Orientale di Rimigliano dalla zona Podere Rimigliano fino all’altezza del Podere Contessa Lea. Tali interventi sono mirati a ridurre i fenomeni di sversamento delle acque alte provenienti dal canale di Rimigliano verso il sistema delle acque basse

4) Realizzazione di aree di laminazione controllata a monte della Linea Ferroviaria in prossimità dell’incrocio con via del Lago. La realizzazione delle aree di laminazione consentirebbe una importante riduzione delle portate transitanti parallelamente al rilevato ferroviario e attraverso i sottopassi, apportando un beneficio generalizzato a tutto il sistema delle acque basse.

sabato 23 novembre 2013

Rimigliano - Storia di uno straordinario Fallimento



Una storia dove ci sono solamente sconfitti.
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1) Gli imprenditori, che hanno acquistato la tenuta ad un prezzo spropositato, indotti a questo dalle chimere urbanistiche fatte balenare da un Comune incompetente incolto e inadeguato, e che in seguito, tentando di realizzare quelle chimere, hanno perso l’attimo fuggente.
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2) GLI AMMINISTRATORI e  I DIRIGENTI DEL COMUNE che nella vicenda hanno perso ogni credibilità, dimostrandosi inadeguati a partorire previsioni urbanistiche appropriate e incapaci di gestirne i procedimenti attuativi.
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3) I PROGETTISTI che nella vicenda hanno perduto attendibilità, credibilità, stima e reputazione professionale, perdite tuttavia, nel loro caso, compensate dalla riscossione delle sontuose parcelle generosamente elargite (fuori mercato e senza gara) dal Comune.
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E i più sconfitti di tutti:
4) I CITTADINI DI SAN VINCENZO che non solo hanno visto sprecata una preziosa ricchezza naturale che avrebbe potuto diventare una grande fonte di sviluppo, anziché di speculazione, e  che, di conseguenza, vedono ora in gravissimo pericolo l’altra ancor più preziosa ricchezza del paese: Rimigliano a mare.

E tutto questo fallimento l’hanno anche dovuto inspiegabilmente pagare di tasca propria con circa 600.000 euro.
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domenica 7 luglio 2013

La Vergogna del Podere Tuscania


L'indicazione beffarda del parcheggio ormai irraggiungibile e la catena, abusiva, irregolare e pericolosa. Invisibile all'imbrunire e di notte. Qualcuno, prima o poi ci si farà anche male. Di peggio si poteva fare? No, impossibile.
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Il Podere Tuscania è chiuso    (Tirreno del 23/6/2013)
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e tale rimarrà per due o tre anni  in attesa di essere rilevato dalla Rimigliano srl per farne la dependence a mare dell’albergo e delle villette che sorgeranno nella tenuta.
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La sbarra elettrica che era stata installata, e che, secondo il presidente dell'Ente Parchi: Sbrilli, veniva alzata a semplice richiesta, per permettere l’ingresso ai mezzi  dei disabili, i quali potevano, sia pure con grande difficoltà, usufruire del parcheggio a servizio del percorso accessibile che da tale parcheggio arriva fino al mare, è stata smontata.
Ma anziché ripristinare l'accesso pubblico al parcheggio,  al posto della sbarra apribile è stata installata una CATENA FISSA.
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Il Parcheggio del Tuscania,  è tuttora segnalato sul sito internet e su tutti i tabelloni a colori dell’Ente parchi come unico parcheggio riservato ai portatori di handicap e destinato a servizio dell’unico percorso attrezzato per l’accesso al mare dei disabili. (Accesso e parcheggio n.8)
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I Tabelloni dell'Ente Parco dove il parcheggio del Tuscania (n.8) è indicato come l'unico riservato ai disabili essendo l'inizio del percorso accessibile per il mare
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Ora l’intero parcheggio ed il relativo percorso attrezzato di accesso al mare sono totalmente INACCESSIBILI ai disabili, e tali rimarranno per l’intera stagione estiva e poi a tempo indeterminato.
Il parcheggio n.8 riservato ai disabili ed ora TOTALMENTE e PERMANENTEMENTE INACCESSIBILE
Tutto questo perché ? Perché secondo la ridicola  motivazione illustrata nell'intervista del 2 luglio 2011 al "Tirreno", da Sbrilli, il parcheggio potrebbe essere usufruito dai famigerati “scambisti” dai quali appare ossessionato,
Luca Sbrilli
al punto da programmare anche il decespugliamento della macchia mediterranea di tutto il parco di Rimigliano per impedire l’infrattamento fra i cespugli  di tali individui che, sembrano costituire l' unico, vero problema dei Parchi della Val di Cornia.
In realtà la pervicace chiusura al pubblico del parcheggio del Tuscania attuata con determinazione a partire dall'estate 2011, ha lo scopo evidente di interromperne l'ultraventennale uso pubblico che potrebbe essere di ostacolo alla sua definitiva privatizzazione a favore dei clienti del grand'hotel di Rimigliano. Altro che scambisti!




sabato 29 giugno 2013

Chi firmerà il primo permesso edilizio di Rimigliano? - Il geom- Filippi ci stupirà nuovamente ?


geom Filippi : ....... Stupiscici ancora !



Finalmente, dopo l’ottenimento del permesso paesaggistico da parte di Soprintendenza e Commissione paesaggistica, ieri (28 giugno 2013) è stato presentato dalla Rimigliano srl la richiesta di rilascio del permesso di costruzione per la ristrutturazione e sostituzione edilizia da eseguire nel podere delle Chiusacce.

Vedremo quindi a breve come farà il dirigente dell'edilizia privata: Filippi ad attestare la correttezza della sostituzione di alcuni incertissimi volumi di non-fabbricati e di alcuni fabbricati di epoca incerta e privi di autorizzazione edilizia, con  solidissimi volumi di nuove villette di lusso.

Infatti l’art. 5 del Regolamento Urbanistico, definitivamente modificato in collaborazione con lo studio Gracili (determina n. 592 del 23.10.2012, per una spesa di € 7.078,50) ancorché pesantemente ed a carissimo prezzo, manomesso, presenta tuttavia ancora almeno 3 ostacoli di non poco conto che comportano grossissimi rischi per chi li vorrà saltare con troppa disinvoltura.
Infatti anche secondo il nuovo art. 5 (riportato in calce), sono recuperabili a Rimigliano, solo e unicamente:
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1) "Edifici"
2) Realizzati anteriormente al 1.9.1967 (dietro dimostrazione di atti e documenti)
3) Non successivamente modificati rispetto allo stato originario ante 1967 (dietro dimostrazione di atti e documenti)
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Quindi
1) Bisogna che qualcuno dimostri che una fagianaia od una concimaia è un  “edificio(non un manufatto, ma un "edificio")
2) Ci devono essere documenti e atti (non chiacchiere o testimonianze) che dimostrino l’esistenza prima del 1967
3) Ci devono essere documenti e atti (ambedue, sia documenti, sia  atti) che dimostrino qual’era l’esatta consistenza dell’edificio prima del 1967 e che tale esatta consistenza corrisponde alla consistenza attuale.
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Facile ?..... Mica tanto !
1) "Edifici" ..... non semplici manufatti, ma veri e propri edifici (in nota 1 - vedi significato). Forse il vocabolo non è particolarmente felice per poterlo applicare a una fagianaia, vero? Sarebbe un'interpretazione della norma errata e tendenziosa. 
2) "Dimostrazione da ulteriori atti e documenti"
Debbono esistere non solo documenti, ma anche veri e propri "atti"  (cioé: scritture che producono effetti giuridici, documenti con valore legale) che dimostrino l'esistenza prima del 1967. Certo che quella "e" è proprio fastidiosa. A pensarci era meglio una "o", ma ormai .....
vediamo quali "atti" salteranno fuori. Ma se non saltano fuori, diventa dura...
3) Debbono esistere non solo "documenti", ma anche veri e propri "atti" che dimostrino che la consistenza prima del 1967 è identica a quella attuale. C'è un solo atto che può dimostrare questo, e cioè la planimetria catastale 1:200 presentata in Catasto prima del 1967 e conforme allo stato attuale. Mumble mumble ............ La vedo dura. E allora? che ci si può inventare?
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Ricordiamoci però che i voli pindarici interpretativi (estensivi o analogici) in materia di norme speciali (quali le norme urbanistiche)  non sono ammessi.
Quindi siamo tutti curiosissimi di vedere come andrà a finire.
Nel bilancio preventivo quanti fondi sono stati accantonati per le spese legali?
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Una cosa però è certa.
Finora le innumerevoli irregolarità e forzature che hanno costellato l'iter della variante di Rimigliano, non hanno ancora comportato alcuna conseguenza pratica, anche per i clamorosi ritardi provocati proprio dai pasticci comunali.
Ora, invece, con il rilascio del permesso di costruzione, gli effetti pratici di decisioni e interpretazioni sbagliate ci saranno e potranno essere pesanti, molto pesanti. 
Quindi, occhio alla penna.
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Qui sotto l'art. 5 del R.U. di San Vincenzo nella versione  Filippi quater - Gracili bis (definitiva e VIGENTE) 
variante approvata con delibera CC  n. 32/2013 del 6/5/2013 - (qui allegato alla delibera)
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Art. 5 - Validità norme regolamentari precedenti
Le norme del presente Regolamento Urbanistico prevalgono sulle norme di atti Comunali preesistenti in materia di edilizia e gestione del territorio.
“In caso di non corrispondenza, tra le norme del Regolamento Urbanistico e del Regolamento Edilizio prevale quanto prescritto dal Regolamento Urbanistico;” 
Per gli edifici esistenti nei Sistemi ambientali ed insediativi del territorio Comunale, realizzati prima del 1° settembre 1967, difformi dal progetto esistente agli atti comunali, la conformità urbanistica ed edilizia dei medesimi è attestata dal certificato di abilitabilità (ove questo dichiari la conformità al progetto approvato) e dall’accatastamento dello stesso conformemente allo stato attuale di data coeva con la realizzazione originaria,  purchè non siano intervenuti prima della data di approvazione delle presenti norme, provvedimenti per la riduzione in pristino della difformità.
“Nel caso di edifici esistenti, per le quali (nota 2) non sia presente agli atti nessuna pratica edilizia, l’ammissibilità degli interventi previsti per gli stessi, è subordinata alla dimostrazione che la loro realizzazione sia stata effettuata antecedentemente alla data del 13.09.1949 se all’interno del Sistema Insediativo o alla data del 01.09.1967 se al di fuori di esso, da ulteriori atti e documenti che attestino come lo stato attuale corrisponda a quello esistente alle date sopra indicate.” 
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Norma del R.U. di San Vincenzo modificata, come da estratto dell'allegato alla delibera di CC n. 32 del 6/5/2013
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Solo le modifiche  rosso-blu di cui sopra sono costate €. 7.078,50 
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Nota 1 - Definizione di EDIFICIO

DIZIONARIO DEVOTO-OLI
EDIFICIO
Costruzione architettonica perlopiù in muratura destinata a sede di attività umane o ad abitazione
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CIRCOLARE MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI 23 LUGLIO 1960, N.1820
DEFINIZIONI IN MATERIA DI COSTRUZIONI EDILIZIE
Come è noto, in materia di costruzioni edilizie mancano finora criteri generali ed ufficiali per la determinazione delle definizioni più sovente e largamente adoperate.
Attualmente nelle varie regioni italiane sono in uso criteri notevolmente diversi e tale diversità terminologica, dà frequentemente luogo a gravi malintesi, sia all'interno che nei rapporti con gli altri Stati.
Per ovviare a tali inconvenienti, in sede internazionale gli organi della commissione economica per l'Europa hanno già adottato un testo concernente le definizioni più ricorrenti nel settore delle costruzioni, ed al quale in Italia si richiama, in sostanza, l'istituto centrale di statistica per i suoi rilevamenti sull'edilizia.
Tenuto conto degli studi compiuti in sede internazionale e sentito il consiglio superiore dei lavori pubblici, sono state predisposte le unite norme relative alle principali definizioni che devono esser impiegate col significato loro conferito, nelle perizie, nei rilevamenti statistici, nella corrispondenza ed, in genere, in tutti gli atti comunque concernenti la materia delle costruzioni edilizie e che devono essere osservate da tutti gli uffici che operano nel settore dell'edilizia.
Le definizioni riguardano i concetti di fabbricato, di fabbricato residenziale, di appartamento, di vano, di stanza, di vano accessorio, di superficie, di volume, e precisano le più importanti fasi dei lavori nonché alcune categorie di attività edilizie.
Si impegna particolarmente la responsabilità dei funzionari perché curino la rigorosa esatta applicazione delle norme, delle quali d'altronde, non può sfuggire l'utilità che esse offrono ai fini della chiarezza terminologica e della univocità di interpretazione sia nell'ambito strettamente tecnico che in quello economico e fiscale.
PRINCIPALI DEFINIZIONI IN MATERIA DI
COSTRUZIONI EDILIZIE
A - DEFINIZIONE DI FABBRICATO E DI FABBRICATO RESIDENZIALE
Per fabbricato o EDIFICIO si intende qualsiasi costruzione coperta, isolata da vie o da spazi vuoti, oppure separata da altre costruzioni mediante muri che si elevano, senza soluzione di continuità, dalle fondamenta al tetto; che disponga di uno o più liberi accessi sulla via, e possa avere una o più scale autonome.

Per fabbricato o edificio residenziale si intende quel fabbricato urbano o rurale, destinato per la maggior parte (cioè il più della cubatura) ad uso di abitazione.
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Nota 2
Art. 5 - ..... Edifici esistenti, per le quali ......
L'errore analfabetico è significativo e deriva evidentemente da una precedente formulazione nella quale si era tentato di inserire il termine femminile di costruzione, giudicato più adatto ad essere applicato alle fagianaie in rete metallica. Infatti si potrebbe chiamare costruzione, anche una casetta giocattolo fatta con il LEGO.
Poi qualcuno deve avere fatto confusione ed il termine edificio è rientrato per errore.
Però ormai il termine è quello e significa, sì costruzione, ma coperta, e con fondamenta e tetto
Niente che possa essere apparentato ad una fagianaia in rete da polli, senza fondazioni, senza pareti e senza tetto.




sabato 1 giugno 2013

Il colpevole principale è il pennello della spiaggia nord. Levatelo subito



GreenReport – 5.7.2007 – Intervista a Umberto Bianconi (Responsabile Porti e Aeroporti)
Colui che autorizzò il porto di San Vincenzo per conto della Regione Toscana.
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Per capirne qualcosa di più abbiamo parlato con UMBERTO BIANCONI, responsabile del settore Logistica, «Porti e Aeroporti della Regione Toscana.
«Sono contento di poter spiegare bene la situazione di San Vincenzo, che rappresenta un MODELLO per tutti gli approdi della Toscana».
Prego.
«A San Vincenzo le correnti tirano da nord verso sud, quindi il vecchio porto ha provocato un accumulo a nord e l’erosione a sud, cioè a Rimigliano.
Il comune con la Regione ha fatto l’unica cosa che poteva fare visto che era impossibile togliere il vecchio porto, un armadio di cemento fatto negli Settanta che provocava solo danni.
Ha deciso di ampliarlo, peraltro passando solo da 250 a 370 posti barca, MIGLIORANDO l’impatto ambientale attraverso una DIVERSA SAGOMATURA che permette alla sabbia di passare di sotto e di limitare l’erosione.
Ecco perché il porto di San Vincenzo è un esempio di approdo turistico sostenibile».
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Quindi il porto fu autorizzato nell’ipotesi tecnica che la sagomatura raccordata con la costa nord, permettesse alla sabbia di scorrere verso sud, aggirando dolcemente il porto e rifornendo naturalmente le spiagge a sud. (vedi foto aerea),
Era già una bella scommessa, ma in pura teoria aveva qualche plausibilità.
Poi qualche mente brillante dello staff tecnico comunale decise che per proteggere la spiaggetta del Bucaniere ci volesse il pennellone di massi davanti a viale Marconi (non autorizzato e del tutto contrario alla filosofia alla base dell’autorizzazione).
E la povera sabbia che doveva scorrere lungo la dolce curva della diga foranea e riversarsi a sud ?
Miseramente bloccata per sempre dal pennellone di sassi sganasciati e semiaffioranti.
E il bello è che la spiaggetta di Viale Marconi che il pennellone doveva proteggere, sta riducendosi, anno dopo anno, ridotta dal pennello ad un cul de sac, ad un’immonda discarica sassosa di immondizia.
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Ora le spiagge a sud del porto, prive di apporto sabbioso, stanno sparendo. E allora vai coi salami, vai coi pennelli emersi e sommersi, vai coi milioni di euro.
Probabilmente tutti soldi buttati.
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Perché invece non levate l’inutile pennellone di viale Marconi, ripristinando l’originaria filosofia del progetto ?
Un po’ di sabbia comincerà forse a fluire verso sud e anche la spiaggetta residua di Viale Marconi, lambita dalla corrente nord-sud tornerà pulita e piano piano, anche i sassi finiranno.
Certo, qualcuno dovrebbe prima ammettere di aver fatto una clamorosa cazzata.
Quindi non si farà mai. Almeno fino alla prossima mandata di pensionamenti.

Subito qui sotto è ben visibile il pennello nord che sbarra la corrente sotto costa, nord-sud
In alto il pennello semisommerso di massi che ha interrotto il flusso naturale nord-sud delle correnti sottocosta.
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LEVATELO SUBITO, prima che sia troppo tardi !

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Gli errori di progettazione e di esecuzione



sabato 4 maggio 2013

Cheikh, che lasciò a uno sconosciuto il suo posto sulla Terra.


Quel "grazie" che manca.

20 agosto 2004
Il presidente Ciampi ha assegnato la medaglia d' oro al merito civile a Cheikh Sarr, il giovane immigrato senegalese annegato alla vigilia di Ferragosto per salvare la vita di un italiano.
E’ accaduto poco sotto Livorno, sul litorale di Marina di Castagneto, a pochi passi dalle invisibili ville della nobiltà toscana incastonate in una delle pinete più protette e intatte d' Italia.
Il mare era cattivo, gonfiato da una furente libecciata, e in poche ore, su quella costa, ne ha portati via quattro, incauti o sfortunati. Il quarto è stato Cheikh, ma avrebbe dovuto essere un altro: lo sconosciuto italiano salvato dal gesto generoso e istintivo di un venditore ambulante nero.
La storia, a dispetto della sua moralità quasi didascalica, ha però una coda acida, sgradevole: il salvato, mentre il salvatore moriva, se ne è andato senza un grazie, e di lui non si conosce niente, né il nome né lo stato d' animo.
Nessuno può sindacare più di tanto sugli attimi stravolgenti che spostano in un fiato vita e morte, nessuno è certo, in quei frangenti tempestosi, di sapere come ci si deve comportare. Ma dopo, vuotati i polmoni e sfumata l' angoscia, tornati alla propria casa e alle proprie persone, saputo (perché è impossibile non saperlo) che qualcuno ha regalato per te la propria vita: com' è possibile, dopo, che questo nostro connazionale (tale lo definiscono, con certezza, i testimoni) continui a scappare?
Davanti a quel litorale, nei giorni scorsi, si è cercato per giornate intere, in elicottero, in barca, scrutando la risacca dalla spiaggia, di ritrovare i quattro morti, uno per uno, perché è civile dare sepoltura, e consolante. L' unico corpo mai ritrovato, fin qui, è quello del vivo.
Basterebbe, da parte sua,  una parola, una lettera, una telefonata, un segno di avere capito che cosa è accaduto il 14 agosto a Marina di Castagneto, giorno di salvataggio, ma giorno di salvezza solo se il ragazzo nero Cheikh, in viaggio per il Senegal con al collo la medaglia d' oro della nostra repubblica, potesse ricevere il "grazie" che conta più di tutti, quello dell' uomo al quale ha lasciato il suo posto sulla Terra.

Michele Serra: Quel Grazie che manca
“la Repubblica”, 20 agosto 2004

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Marina di Castagneto Carducci (Livorno), 14 agosto 2004. 
Un bagnante sfida le onde e si getta nel mare impetuoso. Poco dopo si trova in grave difficoltà. 
Cheikh Sarr, un ventisettenne muratore senegalese che abita e lavora a Castagneto Carducci da quattro anni, si tuffa in mare per soccorrerlo. Seguono il suo esempio un altro uomo, Francesco Candeliere, 23 anni, amico e collega di lavoro del senegalese, e due donne, madre e figlia. 
L’incauto bagnante viene salvato, ma Cheikh Sarr sparisce in mare. Il suo corpo viene ritrovato due giorni dopo, a poca distanza dal luogo ove era scomparso. 
Il Sindaco di Castagneto Carducci, Fabio Tinti, propone, subito, al Consiglio Comunale, di concedere la cittadinanza onoraria al giovane senegalese morto da eroe. 
Il 19 agosto, a Donoratico, si svolge, con rito musulmano, la cerimonia funebre. Poco prima, direttamente dal Quirinale, giunge la “lieta novella”: il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, conferisce, «motu proprio», a Cheikh Sarr, la medaglia d’oro (alla memoria) al valor civile (la massima onorificenza civile), motivandola così: 
«Udite le invocazioni di aiuto di un bagnante in grave difficoltà, si gettava in mare, unitamente ad altre persone, per cercare di soccorrerlo. Dopo aver compiuto il salvataggio veniva sopraffatto dalla violenza del mare, che lo trascinava lontano, senza possibilità di scampo. Fulgido esempio di eccezionale coraggio, nobile spirito di altruismo e preclara virtù civica». 
Grazie, Presidente, per questo Suo importantissimo riconoscimento, che rende onore a questo giovane eroe dei nostri tempi. 
Cheikh Sarr lascia la moglie, Hadi, di 22 anni, e la piccola Yassin, di soli 16 mesi, che vivono a Touba, in Senegal. 
Lo stipendio di questo sfortunato muratore era l’unica fonte di sostentamento dell’intera famiglia. Subito è scattato il meccanismo della solidarietà. Il Comune di Castagneto Carducci ha provveduto alle spese funerarie [n.d.r.: la salma giungerà domani, 22 agosto, in Senegal]; la Provincia di Livorno si è attivata per l’adozione a distanza della famiglia. Il Presidente della Provincia di Firenze ha proposto a tutti i Comuni di intitolare una via alla memoria di Cheikh. La Provincia di Pisa ha annunciato l’intenzione di «intensificare il dialogo sia con il Senegal, sia con i suoi cittadini che vivono e lavorano in questa collettività». In pochissimi giorni sono già stati raccolti 4.000 Euro [n.d.r.: il Comune di Castagneto Carducci e il quotidiano Il Tirreno hanno aperto un conto corrente bancario. Chi volesse aiutare la famiglia di Cheikh Sarr può versare un contributo sul conto corrente n° 000001294657 della Cassa di Risparmio di Livorno, Viale Alfieri, ABI 06015, CAB 13901]. 
E il turista bianco salvato da Cheikh Sarr? Chi fine ha fatto? Dieci minuti dopo il salvataggio si è alzato e, senza neanche degnarsi di dire «grazie», se ne è andato via, senza lasciare traccia di sé. Si sa solo che è un italiano, di corporatura robusta, sui 35-40 anni. Preferisco non dire nulla su di lui... 
Concludo, riportando, qui di seguito, integralmente, il commento di Stefano Cecchi, un grande giornalista. 
«Chissà dov’è collocato il sottile confine fra l’incoscienza e l’altruismo, fra la quotidianità e l’eroismo. Chissà cosa avrà spinto un ragazzo senegalese di 27 anni, arrivato in Italia a tentare una vita distante dalla fame, ad accorrere al richiamo di un uomo in difficoltà, affrontare le onde di un mare in tempesta, salvare lo sconosciuto, ma non riuscire, poi, a salvare se stesso. 
C’è qualcosa di antico nel gesto di Cheikh Sarr, muratore senegalese ritrovatosi eroe senza poterlo sapere. Qualcosa di distante da questi anni egoisti. Come se il senso spontaneo del soccorso, come se l’accorrere al solo richiamo di una persona in difficoltà, fosse ancora nei cromosomi di una società troppo spesso smarrita sui suoi valori. 
Forse, anche per ciò, il gesto di questo muratore senegalese, morto per altruismo su una spiaggia delle vacanze, ha toccato il cuore di molti. Il Presidente Ciampi ha voluto onorare il ricordo con una medaglia d’oro al merito civile. Altri, come il Vicepresidente della Camera, Fabio Mussi, hanno scelto di partecipare ai funerali per commemorare il gesto. Altri ancora si sono offerti di aiutare la famiglia, in Senegal. Gesti forti, che non possono evitare, però, altre riflessioni. Amare. 
Mentre Cheikh, infatti, offriva la propria vita al senso naturale di altruismo, il turista salvato sceglieva di non dire neppure grazie. Ancora oggi, nonostante i ripetuti appelli, è sparito. Di lui si sa soltanto che è giovane e italiano. Poco, ma tragicamente molto. 
Così, questo sconosciuto africano e il suo gesto ultimo, ci obbligano, ci inchiodano a ripensare al nostro approccio con gli altri mille, diecimila, centomila Cheikh che non hanno avuto la loro tragica occasione per dimostrare il loro senso etico. Quanti ce ne sono fra coloro che qualcuno vorrebbe cannoneggiare, altri rinchiudere in ghetti, altri ancora semplicemente ignorare? 
Far nascere, in noi, un altro rispetto verso il diverso, un’altra consapevolezza. Riscoprire il senso antico dell’accoglienza, che avevamo, ma che questi tempi, feroci e privati, hanno offuscato. Forse questo, semplicemente, dobbiamo a Cheikh, se non vogliamo che il suo gesto resti bello e inutile, come una medaglia, una commemorazione, un commento sui giornali d’agosto». 


Corgiu



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