martedì 30 agosto 2011

La catena del Tuscania - Com'è finita

 Una stupida catena ha impedito per un’ INTERA ESTATE il passaggio ed il parcheggio presso il Podere Tuscania, alle auto delle persone disabili che arrivavano a quel parcheggio seguendo le indicazioni dei cartelloni del parco di Rimigliano e ancor prima le indicazioni del sito internet dell’ Ente parchi.

Infatti quel parcheggio era ed è il punto di partenza per uno dei due unici percorsi “accessibili”, all’interno del parco di Rimigliano, che consentono anche a chi si può muovere solo in sedia a ruote, di arrivare fino alla spiaggia ed al mare.

La catena ha anche stupidamente e illegittimamente ostacolato per tutta l’estate il passaggio pubblico su suolo pubblico di tutte le centinaia di persone che, a piedi, dopo aver parcheggiato sulla Principessa, hanno dovuto scavalcare quella catena, con grandissimi disagi, specie se anziane o con passeggini con bambini piccoli.

Solo dopo due mesi, pressato dalle proteste del pubblico, (non del Comune, evidentemente non interessato a tali quisquilie) il presidente dell’Ente Parchi ha promesso di sostituire (entro qualche giorno) la catena con una sbarra apribile per le auto dei disabili e che eliminasse la violazione di legge consistente nello sbarramento di un passaggio pubblico pedonale.

Successivamente dopo più di un mese il presidente ha annunciato che non c’erano soldi e che quindi la catena (ancorché illegittima e incivile) restava al suo posto. Grande dimostrazione di ferreo decisionismo.

Successivamente nei giorni scorsi, ad oltre quattro mesi dall’installazione della catena, a quasi due mesi dalla promessa di toglierla “in pochi giorni”, e ad una settimana dall’annuncio che la catena invece restava, subissato da inevitabili critiche e richieste di dimissioni, il presidente decisionista ha improvvisamente trovato i soldi e fatto sostituire la catena con una sbarra apribile.

Tutto bene quel che finisce bene quindi?
Non esattamente.

1) Intanto la catena è stata tolta dall'Ente Parchi con quattro mesi di INGIUSTIFICABILE ritardo, provocando ai cittadini disagi inutili e inaccettabili.

2) Le continue marce avanti e repentine retromarce del presidente sono risultate del tutto INCOMPRENSIBILI, anche ai cittadini più indulgenti.

3) Il passaggio libero a piedi è stato ripristinato, è vero, ma il parcheggio per le persone disabili è tuttora pressoché impraticabile, ed in effetti impraticato, per la mancanza di efficaci segnalazioni.


Infatti l’automobilista che arriva dalla Principessa e deve decidere se entrare nel parcheggio, cosa vede mentre rallentando si accosta all’ingresso del Podere Tuscania?
• Una sbarra evidentissima che chiude il passaggio, posta subito oltre la pista ciclabile. (Il campanello e il citofono non sono ovviamente percepibili al volo e a distanza)
• Un cartello non grande , ma posto su un cartellone molto evidente e frontale, con scritto Parcheggio Riservato ai clienti.
A quel punto, pressato dalle macchine che lo seguono, dovendo rapidamente decidere, nessuno se la sente di fermarsi a studiare con calma la situazione, ma tutti rinunziano ad altre indagini e proseguono oltre.

Infatti entrare comunque non appare affatto una buona idea. Nel caso che, infatti, si trattasse di un parcheggio privato, e quindi la sbarra dovesse rimanere chiusa, bisognerebbe a quel punto rientrare a marcia indietro sulla Principessa, con notevole pericolo di essere tamponati e di provocare un grave incidente.

In una tale situazione, nessuno che non abbia poteri paranormali, è in grado di accorgersi del piccolo cartello bianco abbagliato dal sole, posto in alto all’estrema destra del passaggio, sotto la P bianca e celeste, ormai fuori della vista del guidatore, dove, con un discorso abbastanza lungo, si dice che oltre che ai clienti del Tuscania, il parcheggio è anche riservato ai disabili.

CONCLUSIONE. Nell’intera mattinata di domenica scorsa, NESSUNA auto di disabili è entrata nel parcheggio del Tuscania, nonostante che alcune auto con contrassegno abbiano rallentato, fin quasi a fermarsi, con la freccia destra accesa, ma poi siano tutte ripartite senza entrare. Nel pomeriggio della domenica e lunedì 30, in distinti sopralluoghi, si è potuto constatare che nessuna auto si trovava nel parcheggio, oltre alle quattro-cinque auto dei clienti.

Eppure ci vorrebbe pochissimo.
Sempre che la cosa interessi. Ovviamente.

Basterebbe un cartello come quello in testa a quest’articolo, anche in fotocopia a colori, incollato sul cartellone in basso accanto alla P riservata ai soli clienti, per far comprendere immediatamente agli automobilisti disabili che stanno cercando quel parcheggio, che l’hanno trovato.
 



Basterebbe volerlo.
Che ne dice presidente Sbrilli? Lo facciamo?
Crediamo che il "budget" necessario sia davvero minimo.



venerdì 26 agosto 2011

Ancora sul peso (eccessivo) della Contessa Lea

C'è almeno un errore materiale grave
Il Piano deve essere corretto e ripresentato
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Ricordate quel manufatto precario stretto e lungo sul confine di levante del nucleo poderale Contessa Lea Poggettino ?
Quella serra con teli copriescopri, già precaria di nascita, che nelle foto aeree del 2010 appariva come ormai semi inesistente e invasa dalla vegetazione ?
Quella serra precaria, negli elaborati del Regolamento Urbanistico (tavola qui sotto), era tuttavia considerata come superficie utile (una porzione dei famosi e misteriosi 17.000 mq) da recuperare come abitazione, in altro nucleo poderale di Rimigliano. Un' operazione quindi di ristrutturazione urbanistica "senza consumo di territorio" .

I nostri fortissimi dubbi consistevano nel fatto che si potesse considerare anche un tale precarissimo manufatto come superficie utile recuperabile.
Fra le centinaia di elaborati allegati al RU non esiste uno straccio di rilievo dei più volte citati  "volumi esistenti" e neppure una stringatissima tabella con, in basso a destra, un totale di 17.000 mq.  Così, tanto per dare un po' di soddisfazione a quei poeri grulli che, non si è mai capito perché, si divertono a spulciare tutti quegli elaborati del RU, prodotti, fra l'altro, ad un costo salatissimo.
L'arch: Giommoni nella sua relazione è molto evasivo sul punto, e si limita a dire che questi 17.000 mq. (già questa cifra così tonda appare del tutto improbabile) è contenuta in un rilievo che si trova agli atti del Comune fin dalla fine degli anni 90. E che, volendo (ma lo vogliamo davvero?), è possibile verificarlo in qualsiasi momento.
Per scrupolo ci siamo pazientemente riletti tutti gli articoli sull "affaire" Rimigliano dal dicembre 2004 fino a tutto il 2007, con le dichiarazioni di Biagi, Giommoni e Berrighi.
Intanto, fino a pochi mesi dell'adozione della variante al PS, tutti e tre parlavano sempre di 17.500 mq (si vede che poi c'è stato uno sconto).
Su questa cifra che, di fronte ai precedenti 12.500, aveva sollevato qualche stupore nel pubblico, i soggetti non hanno mai rilasciato dichiarazioni. In un articolo del 21 settembre 2006 (qui) il giornalista Guidoni, del Tirreno, riferiva quanto segue:
"Al di là delle dichiarazioni ufficiali l’ipotesi che circola circa il nuovo assetto di Rimigliano parla di un completo recupero del patrimonio edilizio esistente 12.500 metri quadri di pavimenti secondo il piano strutturale esistente, 17.500 secondo la una vecchia rilevazione che includeva anche lamiere e tettoie (come disse l’architetto Bartolommei redattore del piano). " E questo è tutto.
Il Comune sul punto continua a nicchiare, ma ormai si può tranquillamente dire che su questo antico, favoloso, misterioso  elaborato (una vera e propria araba fenice) il nostro interesse è limitato alla curiosità di vedere se il supporto è un papiro o una pergamena.
Infatti, al di là della verifica oggettiva in loco, che a questo punto resta l'unico metodo serio (anche a garanzia di tutti i soggetti coinvolti) di verifica della sussistenza o meno dei volumi dichiarati dal piano come esistenti, esiste un'elaborato ufficiale al quale potersi riferire con ottima presunzione di corretezza e validità.
L'elaborato è la Carta Tecnica Regionale (CTR), che fa testo anche per il Comune di San Vincenzo.

E allora diamoci un'occhiata:
Apriamo la Cartografia Ufficiale del Comune, tenuta dal Circondario della val di Cornia,  che avverte:  "la mappa permette di visualizzare gli elementi geografici con la massima precisione a qualsiasi scala"

Inquadrando il podere Contessa Lea, la CTR rileva la famosa serra, ma la rappresenta neppure come tettoia (due diagonali incociate all'interno del contorno), ma con semplice contorno vuoto a tratto e punto, come manufatto precario privo di copertura (serra leggera, concimaia, piazzale con muretti ecc.)

Di seguito si riporta anche il sovrapposto della CTR con il volo regionale 2010

Conclusione
Secondo la cartografia ufficiale della Regione e del Comune, quella serra (come logico e del tutto ovvio) non è un fabbricato coperto, non è un volume, non è neppure una traballante tettoia.
Non è nulla.
Quindi anche se il totale di 17.000 mq  fosse stato matematicamente esatto, siccome sicuramente comprendeva la serra, è sicuramente ed oggettivamente errato e deve essere corretto e ridotto a 16.600 - 16.700 o quel che sarà.
Non importa neppure andare a vedere gli altri poderi.
Basta questo errore materiale per invalidare uno dei presupposti fondamentali del piano (esclusivo recupero dei volumi esistenti) e quindi decretarne l'automatica annullabilità.
Si spera, a questo punto, d'Ufficio, da parte dello stesso Comune, in autotutela, in modo da evitare, ai soggetti coinvolti, ritardi,  guai e danni ben più gravi nel prossimo futuro.

mercoledì 24 agosto 2011

Le visioni di vasti orizzonti di Cristiani: 1997-2011 quindici anni di crisi continua

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Livio Cristiani, noto agente immobiliare, "iscritto al PD, esperto di urbanistica", nella recente intervista a La Nazione, dopo aver premesso di "nutrire profondo rispetto per le opposizioni, così come per i comitati ed i vari (ed eventuali) "luminari", ha chiarito definitivamente che tali soggetti non sono qualificati a parlare di Rimigliano, né tanto meno a criticare il piano predisposto dal Comune (che aveva un "dovere morale verso che ha investito somme ingenti") in quanto si tratta (ne è più che certo) di "turisti" e quindi di spassosi soggetti vacanzieri del tutto privi di quelle visioni di vasti orizzonti, prerogativa esclusiva degli amministratori (ancorché non luminari) di San Vincenzo.
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Cerchiamo allora di capire quali siano le visioni di vasti orizzonti dell' "esperto" Cristiani.
Non conoscendolo personalmente, ma essendo egli un facondo rilasciatore di interviste, è d'obbligo rifarsi a quanto da lui dichiarato negli ultimi quindici anni.
Secondo l' "esperto" Cristiani, San Vincenzo, dal 1997 al 2011, ha attraversato 15 anni di crisi continua ed ininterrotta (dovuta probabilmente al troppo scarso sviluppo edilizio).
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Davvero incredibile che qualche attività commerciale e qualche agenzia immobiliare (pochissime per la verità) siano riuscite a sopravvivere a 15 anni di continue vacche magre.
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Si riportano di seguito gli estratti delle interviste del Tirreno a Cristiani, relative a nove di questi quindici anni.
Nei sei anni mancanti non è che Cristiani abbia rilasciato commenti positivi. Semplicemente in quegli anni non è stato intervistato (anche i giornalisti ogni tanto capitolano) sull’andamento della stagione in corso.
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UN ANNO DI VERA CRISI E IL FUTURO NON ROSEO
31 dicembre 1997 — pagina -1 sezione: Piombino
SAN VINCENZO
Siamo alla fine dell'anno e, con essa, il tempo dei bilanci e delle analisi rispetto ai dodici mesi appena trascorsi, alle quali si aggiungono gli auspici per il 1998. E' il turno oggi della Confesercenti del Tirreno che, per bocca del presidente della zona di San Vincenzo, Livio Cristiani, traccia la sintesi dell'anno ormai agli sgoccioli per lanciare i temi dell'anno che verrà. Quali sono le impressioni della sua associazione rispetto all'andamento del settore commerciale? E' noto che da tempo è incorso una crisi che incide sui consumi delle famiglie, con pesanti riflessi anche sui conti degli esercizi commerciali. I nostri operatori nutrono molte preoccupazioni per le prospettive fiscali delle loro aziende. La stagione turistica, poi, si è svolta a corrente alternata, e anche le vendite natalizie sono state insoddisfacenti per molti.
…. La Confesercenti ribadisce poi il proprio no a nuove strutture per la grande distribuzione, ed esprime preferenza per un incremento occupazionale che si materializzi con l'ampliamento del porto, la zona artigianale e la crescita qualitativa del comparto commerciale e turistico.
(a.g.)
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TURISMO IN CALO, GLI AFFITTI IN DIFFICOLTÀ
25 agosto 2000 — pagina -1 sezione: Piombino
SAN VINCENZO.
E' presto per fare un bilancio consuntivo della stagione turistica ma, giunti a fine agosto, è possibile almeno esaminarne gli aspetti più rilevanti registrati quest'anno. Lo facciamo con Livio Cristiani, locale presidente della Confesercenti. Pare che a San Vincenzo si sia verificato un calo delle presenze turistiche. Cosa ne pensa? La valutazione andrà fatta a fine stagione e meglio ancora a fine anno. E' vero però che sono emerse delle difficoltà in particolare in luglio, i cui effetti si sono scaricati sia sul commercio, che ha registrato una contrazione dei consumi, sia sui pubblici esercizi anche per effetto delle varie sagre svoltesi nella zona.…
Alessandro Goni
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LIVIO CRISTIANI: UNA SITUAZIONE DIFFICILE
23 gennaio 2002 — pagina -1 sezione: Piombino
SAN VINCENZO.
…. Su questi argomenti abbiano posto alcune domande a Livio Cristiani, presidente della Confesercenti di San Vincenzo. Secondo Cristiani il commercio locale non va molto bene, e spiega perchè. Quali sono, a suo avviso,le prospettive del commercio a San Vincenzo?
Il comparto commerciale non gode di ottima salute, infatti, d'inverno è sovradimensionato rispetto ai residenti e la stagione estiva non garantisce a tutti le risorse per l'intero anno. Alcune cessazioni derivano dalla "liberalizzazione" delle licenze, infatti, erano attività recentissime che,con le vecchie regole, forse non avrebbero neppure aperto.
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TURISMO, SI PUÒ FARE DI PIÙ
12 settembre 2003 — pagina 10 sezione: Cecina
SAN VINCENZO.
Anche Livio Cristiani, presidente della Confesercenti di San Vincenzo concorda che la stagione estiva, nonostante le condizioni meteorologiche siano state particolarmente favorevoli, ha avuto più ombre che luci e sembra sempre più lontano l’obiettivo di fare turismo tutto l’anno. ……
Un altro tema che tiene banco: alberghi o seconde case?
«La cementificazione. Questa parola ha assunto un significato sinistro. San Vincenzo, a mio avviso, prosegue una politica di sviluppo economico che include una crescita sul piano urbanistico ed edilizio. Da noi l’edilizia è esplosa perchè è stata immobile per troppi anni. Si può eccepire su alcune realizzazioni, approvate tanto tempo fa, che oggi sul piano estetico lasciano perplessi».
E le seconde case, non sono troppe?
«Le seconde case nei mesi estivi forniscono la maggior parte delle presenze del paese e a queste il nostro settore commerciale non può rinunciare….
.(fra. gui)
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ACQUISTI DI NATALE IN CRISI A S. VINCENZO
02 gennaio 2005 — pagina 11 sezione: Grosseto
SAN VINCENZO.
Fine anno: tempo di bilanci. Anche la Confesercenti svolge alcune riflessioni su un anno difficile per l’intero settore turistico commerciale di San Vincenzo e non solo.
«A San Vincenzo, in conformità al dato nazionale, si registra un diffuso calo di consumi - inizia Livio Cristiani, presidente dell’associazione - anche il Natale è stato più spartano degli anni precedenti. Inoltre esiste una marcata evasione (residenti che vanno ad acquistare in altre città), fatto che aggrava gli effetti negativi del numero troppo esigui di residenti in relazione alle dimensioni di un comparto, pensato per la stagione turistica».
La stagione turistica 2004, secondo Cristiani, è stata caratterizzata da molte ombre………..
F.G.
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CASE AL MARE, CROLLANO LE RICHIESTE
05 aprile 2008 — pagina 03 sezione: Piombino
SAN VINCENZO.
…. Calma piatta o quasi. «La situazione è più fiacca del solito - dice Livio Cristiani dell’omonima immobiliare di San Vincenzo - Tradizionalmente si prende a riferimento la Pasqua per fare il punto, ma quest’anno è venuta bassa e le prenotazioni sono in ritardo».….
Manolo Morandini
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MERCATO IMMOBILIARE, IL SETTORE RESTA BLOCCATO
08 gennaio 2009 — pagina 03 sezione: Piombino
SAN VINCENZO.
A consuntivo di un periodo difficile abbiamo raccolto le riflessioni di Livio Cristiani, titolare di una delle agenzie storiche di San Vincenzo, sul mercato immobiliare locale.
Quali sono state le dimensioni della crisi nel settore immobiliare a San Vincenzo?
«Il 2008 è stato attraversato da una crisi economica senza precedenti. Una crisi sistemica, indotta da fattori esterni, che non ha risparmiato alcun settore. Giocoforza, gli effetti negativi si sono fatti sentire anche sul nostro territorio, in particolare sul piano dell’occupazione, producendo dei forti elementi di incertezza che pesano anche sul settore immobiliare.……
Lorenzo Bientinesi
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TURISMO, STAGIONE DISASTROSA DA ARCHIVIARE
10 settembre 2010 — pagina 03 sezione: Piombino
SAN VINCENZO
……. Affitti. Per gli affitti, situazione nera: “Non è stata certo un’estate esaltante - spiega Livio Cristiani, agente immobiliare - anche peggiore degli ultimi anni. Il problema delle seconde case non è affatto nuovo: è un settore che andrebbe ripensato, perché a San Vincenzo le seconde case sono la maggioranza e si rischia di andare fuori controllo. I motivi? Vari: fiscali, qualità del patrimonio edilizio e prezzi alti. Quest’anno - conclude - si sono visti molti cartelli ‘affittasi’ per tutta l’estate».……
Paolo Federighi
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TURISMO, MAGGIO FLOP E PREVISIONI CUPE
29 maggio 2011 — pagina 05 sezione: Piombino
SAN VINCENZO.
…. Affitti. Anche l’agente immobiliare Livio Cristiani concorda con Malfatti: «Non c’è dubbio - dice Cristiani - che questo, anche nel settore turistico, sia l’anno peggiore di questi ultimi. Le associazioni di categoria, e soprattutto Confesercenti e Confcommercio, del resto, l’avevano ampiamente previsto. Per quanto riguarda il settore degli affitti di case per le vacanze, abbiamo molte riconferme ma pochi clienti nuovi. Ma le riconferme sono in gran parte per periodi ridotti rispetto al recente passato. Le difficoltà, per noi operatori, sono aumentate considerevolmente, ed anche ultimamente abbiamo ricevuto poche telefonate e poche e-mail. A mio avviso - prosegue l’agente immobiliare - la crisi si inizia davvero a sentire proprio in questo momento, che sarà il più difficile da superare, e non solo per noi operatori….
Paolo Federighi
........................
Come faceva quell'antico proverbio napoletano?
Il vero "esperto" chiagne e ............

Però ha sempre pensieri profondamente rispettosi e doverosamente morali verso chi ha investito somme ingenti.



domenica 21 agosto 2011

Mancano i soldi all'Ente parchi - Sbrilli: con gli ultimi spiccioli faremo terra bruciata a Rimigliano a mare

Il Tirreno - Val di Cornia III - 20 agosto 2011
Problemi di budget, la catena al Tuscania resta al suo posto
Sbrilli: «Per i disabili l’accesso alla spiaggia comunque resta libero»
PAOLO FEDERIGHI
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SAN VINCENZO. Più di un mese fa Il Tirreno si occupò della catena che presso il Podere Tuscania - con autorizzazione della Parchi - bloccava ai disabili l’ingresso alla spiaggia. Il presidente della società, Luca Sbrilli, spiegò che la catena era stata necessaria per evitare i frequenti incontri nel parcheggio anche in pieno giorno, fra scambisti, e il fenomeno della prostituzione.
Disse anche che i disabili non avevano l’accesso alla spiaggia interdetto. Affermò che la catena sarebbe stata tolta in pochi giorni, e che al suo posto sarebbe stata collocata una sbarra, controllata dalla reception del “Tuscania”, che avrebbe consentito il passaggio solo ai clienti del Podere e ai disabili.
Ma, ad oggi, la catena è ancora lì. «Purtroppo - dice oggi il presidente Sbrilli - abbiamo problemi di budget, e per questo non abbiamo ancora potuto collocare la sbarra. La catena è ancora lì, ma devo dire che è stata un ottimo deterrente contro i fenomeni di scambismo e prostituzione, che sono notevolmente diminuiti. I disabili possono comunque parcheggiare negli spazi loro riservati, ed hanno libero accesso alla spiaggia. Il mio compito principale è di tutelare i fruitori dell’arenile. E l’antidoto ha funzionato. A breve - aggiunge - inizieremo il taglio del sottobosco, ed eviteremo così anche la possibilità che gli scambisti utilizzino i cespugli». Sul taglio del sottobosco e la sua correttezza Sbrilli afferma: «Il taglio del sottobosco non solo è una pratica corretta per evitare il soffocamento della vegetazione, ma è regolamentato dalla Legge Forestale della Regione. Abbiamo iniziato il taglio circa due anni fa, facendo un bando di gara. In tal modo - aggiunge - con tale concessione, abbiamo guadagnato alcune migliaia di euro dalla vendita del legname e, adesso, la vegetazione sta crescendo rigogliosa. Il piano di lavoro è stato vidimato dal Corpo Forestale dello Stato, che ne ha seguito l’iter. C’è poi da dire che, non essendo Rimigliano un parco né regionale né provinciale, non è dotato di servizi antincendio».
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Dopo lunghi momenti di sconcerto ed incredulità, si isolano di seguito alcune considerazioni fatte da Sbrilli, cercando di corredarle con un pacato commento:
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“Affermò che la catena sarebbe stata tolta in pochi giorni, e che al suo posto sarebbe stata collocata una sbarra, controllata dalla reception del “Tuscania”, che avrebbe consentito il passaggio solo ai clienti del Podere e ai disabili.”
Vero. Affermò proprio questo, ma immaginava già allora che non avrebbe mantenuto la parola data, confidando nella solita disattenzione e dimenticanza del pubblico ?  (vedi qui)
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“Ma, ad oggi, la catena è ancora lì Purtroppo - dice oggi il presidente Sbrilli - abbiamo problemi di budget, e per questo non abbiamo ancora potuto collocare la sbarra”
Davvero l’Ente Parchi non ha la disponibilità neppure di un migliaio d’euro? E’ messa proprio male. E poi il 2 luglio scorso, quando Sbrilli promise di togliere la catena (entro pochi giorni), i problemi di budget evidentemente non c’erano.
Quale dissesto finanziario ha subito l’Ente negli ultimi 50 giorni? Aveva forse investito in Borsa ed è stato travolto dal crollo?
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“La catena è ancora lì, ma devo dire che è stata un ottimo deterrente contro i fenomeni di scambismo e prostituzione, che sono notevolmente diminuiti.
Affermazione molto spiritosa e surreale. Tutti sanno perfettamente che “i frequenti incontri nel parcheggio anche in pieno giorno” fra scambisti e prostitute (evidentemente masochisti) nessuno (almeno in pieno giorno) li ha mai visti e che quindi non possono essere “notevolmente diminuiti”. Da dove viene ricavato questo bizzarro dato sulla "diminuzione"? Qualcuno si è forse appostato dietro i cespugli a redigere statistiche scambistiche ?
Sul numero di arresti, o anche di semplici contravvenzioni o denunzie a Polizia e Carabinieri avvenute recentemente per atti osceni, prostituzione o simili, naturalmente nessuna risposta dal Presidente. Forse la mancata risposta dipende dal fatto che il dato da noi richiesto e da lui non comunicato è uguale a zero? In questo caso con la catena siamo forse arrivati sottozero ?   ...... (vedi qui)
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“I disabili possono comunque parcheggiare negli spazi loro riservati, ed hanno libero accesso alla spiaggia.”
Ma di che parla il presidente? E' mai stato sul posto?
I cosiddetti posti riservati sono del tutto invisibili e non segnalati (anzi in corrispondenza dell’ingresso dalla Principessa, l’unico cartello in vista, fa divieto esplicito di parcheggio ai NON clienti del Tuscania) e quindi questi fantomatici posti non sono utilizzabili e, difatti non vengono utilizzati.... (vedi qui)
Non solo. La catena è messa ad un’altezza tale da rendere il passaggio impossibile per chi è su una sedia a ruote, ma anche estremamente difficoltoso a tutte le persone A PIEDI che dispongono di una mobilità ridotta.
Impedire od ostacolare ai cittadini il passaggio a piedi verso il mare, più che un tentativo di privatizzazione di un percorso pubblico, appare è un vero e proprio atto illecito... (vedi qui)

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“Il mio compito principale è di tutelare i fruitori dell’arenile. E l’antidoto ha funzionato.”
Gli accidenti di due "fruitori dell'arenile"
Possiamo assicurare senza tema di smentite che “i fruitori dell’arenile” non si sono sentiti affatto più tutelati. Ma solo stupidamente ostacolati dalla catena che devono ogni volta scavalcare con fatica, tirando sonori e sinceri accidenti a chi l’ha messa.
Si nota poi con sconcerto che dopo molti anni di presidenza, ancora Sbrilli non è riuscito a capire che il suo "compito principale" non è la tutela dei "fruitori dell'arenile" (perché non li chiama bagnanti?), ma è la TUTELA integrale di uno dei Parchi NATURALI più rari e più belli d'Europa e non la gestione di una qualsiasi Azienduccia Agricola Forestale, né tantomeno di un Pio Ente Morale.
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“A breve - aggiunge - inizieremo il taglio del sottobosco, ed eviteremo così anche la possibilità che gli scambisti utilizzino i cespugli.”
Qui siamo veramente in pieno avanspettacolo. Neppure Giovanardi o la Binetti, ma direi neppure Bombolo e Cannavale, sarebbero potuti arrivare a simili vette.
L’immagine dei poveri scambisti terrorizzati, acquattati fra i cespugli, ferocemente stanati, dal Presidente dei Parchi della Val di Cornia, armato di forcone e crocifisso, ci turba profondamente.
I famigerati “cespugli” alias macchia mediterranea spontanea, che dovunque costituiscono la ricchezza e una caratteristica intoccabile di un Parco Naturale, anziché essere preservati e protetti come sarebbe compito e dovere di un Presidente di un Parco, saranno sterminati senza pietà, in nome di una tragicomica ossessione sessuale.
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“Il taglio del sottobosco non solo è una pratica corretta per evitare il soffocamento della vegetazione, ma è regolamentato dalla Legge Forestale della Regione.”
Tralasciamo lo strampalato "soffocamento" della misteriosa vegetazione che secondo Sbrilli prospera al di sotto del sotto bosco (il sotto-sottobosco?).
Forse la ripulitura si può fare nei boschi coltivati ad alto fusto, non certo nei Parchi naturali (si lo sappiamo, non è ancora ANPIL, ma lo deve diventare a momenti. Non è vero?). Anzi proprio il Presidente è stato incaricato di portare avanti la pratica. Lo farà celermente? Chissà. Una volta diventato Anpil poi non sarà più possibile fare terra bruciata per un pugno di euro.
Forse il Presidente potrebbe informarsi presso qualche collega, che so’ quello dell’Uccellina per sentire se anche lui, nel suo parco,  è solito sterminare il sottobosco di macchia mediterranea per annientare gli scambisti.
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“Con tale concessione, abbiamo guadagnato alcune migliaia di euro dalla vendita del legname e, adesso, la vegetazione sta crescendo rigogliosa.”
25 ettari di Parco naturale (250.000 mq) fatti devastare per la favolosa somma di 6.600 denari. Ma come si fa a vantarsi di un simile misfatto?
La vegetazione cresce rigogliosa? Tutte le querce più belle tagliate. Ci vorranno ancora anni per chiudere le radure create. Tutti i vecchi pini malati (legname che non si vende) non tagliati (in violazione del contratto) che stanno già cadendo (rigogliosamente). Che coraggio!
Se un giornalista è interessato, basta che vada all’ingresso 5 (Podere Walfredo) ed entri nel bosco. A sinistra verso sud vedrà il Parco ancora col suo aspetto naturale.
A destra, andando verso nord, dopo i primi 150 metri abbastanza risparmiati e poi, fino all'entrata 4 di via del Lago, potrà ammirare  una specie di giardino pubblico, diradato e riarso, con molte radure assolate (nonostante i due anni già trascorsi) con piccole querce stentate e grandi vecchi pini, molti dei quali malati e pericolanti e qualcuno già caduto.
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“Il piano di lavoro è stato vidimato dal Corpo Forestale dello Stato, che ne ha seguito l’iter.”
Alla Forestale non interessa la naturalità del parco. Per lei è solo un bosco ad alto fusto. In ogni caso, avrà anche “vidimato” il piano di lavoro. Credo si intenda il capitolato prestazionale allegato al contratto, ma di certo NON ne ha seguito l’iter, visto le numerose gravi e clamorose inadempienze e irregolarità commesse nel taglio e, per quanto se ne sa, mai sanzionate. (VEDI documentazione).
Possiamo però assicurare che, se davvero il presidente Sbrilli dovesse attuare la sua minaccia di "decespugliare" anche la porzione sud del Parco, questa volta ci sarà qualcuno che "seguirà l'iter". Lo seguirà di brutto.
Attenzione a fare troppo affidamento sui timbri e sui bolli. Anche nel caso Ecomostro dei Lecci il progetto era stato "vidimato" e "seguito" da decine di Enti Pubblici (Comune, Soprintendenza e anche la Forestale). Tutto regolare quindi...... 
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“C’è poi da dire che, non essendo Rimigliano un parco né regionale né provinciale, non è dotato di servizi antincendio.”
Considerazione buttata là, senza una conclusione, ma del tutto incongrua e irrilevante.
* Neppure l’Uccellina, né lo Stelvio o il Pollino sono dotati di impianto antincendio, ma non per questo vengono ripuliti a raso come fossero il parco di Riva degli Etruschi (dove però effettivamente gli scambisti sono stati sterminati da tempo)
* Il parco a mare di Rimigliano è, morfologicamente, di gran lunga il più sicuro parco italiano, dal punto di vista antincendio, essendo largo non più di 200 metri e disponendo di strade di accesso interne ed esterne su tutti i sei chilometri di fronte, che ne rendono ogni sua porzione facilmente e velocemente accessibile ai mezzi antincendio.
* Inoltre, (ma forse al presidente non lo hanno ancora detto), il parco di Rimigliano è già stato dotato di una grande condotta antincendio interrata in PVC-PN16 da tre pollici e di un grande deposito di acqua e di una stazione di pompaggio interrata subito a sud del Podere Tuscania. Tutte queste opere, come già detto, erano sproporzionate rispetto alla effettiva necessità. Tuttavia sono state già eseguite. Manca solo da mettere il tutto in funzione. Che si aspetta? Si teme forse che poi venga a mancare una scusa per tagliare sottobosco e bosco?
Sarebbe un peccato rinunziare a devastare il resto del parco e rinunziare così a due o tremila euro. Si potrebbe risanare il dissestato “budget” e Magari con quei soldi si potrebbe (chissà ?) levare la catena e mettere la promessa sbarra.
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CHE TRISTEZZA




Cosa può aver fatto di male un Parco naturale per meritarsi questo trattamento?

Maggio 2009 - E' in corso la ripulitura di 25 ettari del parco a nord dell'ingresso 5
L'ambiente naturale è stato distrutto - Gli animali scacciati - Le querce adulte, illegalmente tagliate (vedi resti in primo piano) - Radure assolate ovunque - Predominano ovunque i vecchi pini malati e spelacchiati che continueranno a cadere per anni. Una disgustosa devastazione fatta per raccattare 6.600 euro, pochi maledetti e subito. Uno sconcio vergognoso, mai prima realizzato in un Parco Naturale
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Per finire: un appello:
Qualcuno aiuti quell'uomo. Ne ha urgente bisogno.

L'incubo ormai ricorrente ed ossessivo che assorbe tutte le energie dell'Ente Parchi.

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Spese 2009 e 2008 dell'Ente Parchi (effettivamente 1.500 € per la sbarra ......)

Dati 2008 forniti dal Comune di San Vincenzo

lunedì 15 agosto 2011

Rimigliano - Riepilogo delle Superfici (dichiarate)

Sulla base dei documenti comunali pubblicati e consultabili on-line (Variante RU e VAS), tenendo conto anche dei dati dichiarati nel precedente Piano del 1998-99,  il riepilogo delle superfici degli edifici esistenti nella tenuta di Rimigliano, suddiviso per poderi e totale, è il seguente:
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Come si vede la superficie utile dichiarata degli edifici storici o storicizzati colonici e abitativi in muratura (i veri edifici) è pari, in totale a 6.750 mq.
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La superficie dichiarata degli annessi (Capannoni e tettoie in muratura e metalliche) è pari a 5.749 mq. Almeno questa è la superficie che nel 1999 fu giudicata urbanisticamente degna di essere recuperata. Tale Superficie di annessi è prevalentemente concentrata in quattro poderi: Contessa Lea (circa 3.000 mq), Casa delle Guardie (circa 1.000 mq), Uguccione (circa 850 mq) e Walfredo (circa 700 mq).
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C'è infine una ulteriore superficie dichiarata di annessi, saltata fuori solamente del 2008 e ignorata nel 1999, pari a 4.500 mq. Tali annessi, se effettivamente di tale consistenza, debbono essere particolarmente precari, per non essere stati prima mai considerati. Insomma appaiono alquanto misteriosi, anche perché non si sa dove sono collocati e quando sono stati realizzati.
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Non pare esistere un rilievo quotato ed una tabella riassuntiva allegati né allla variante al PS, né a quella al RU.
Il progettista, nella sua Relazione per la variante di RU (a pag. 43) si rifà pari pari ad un rilievo eseguito dal Comune dieci anni fa e depositato non si sa dove;
Si legge nella relazione:
"La consistenza del patrimonio edilizio esistente ammonta a circa 17.000 mq di superficie, determinata secondo i metodi di calcolo sanciti dalle norme comunali. Per determinarla gli uffici comunali hanno utilizzato il rilievo utilizzato in sede di formazione dello schema urbanistico direttore approvato nel 1999 ed ancora depositato agli atti della pubblica amministrazione.
Di fatto tale rilievo può essere assunto quale parte sostanziale ed integrante del quadro conoscitivo di supporto della presente proposta di adeguamento del Regolamento Urbanistico. Peraltro esso può in qualsiasi momento essere oggetto di verifica e di confronto con la situazione realmente riscontrabile nella Tenuta di Rimigliano."

Allora, che ci vuole?
Il Comune metta subito a disposizione on-line questo famoso rilievo eseguito dagli uffici del Comune nel 1999. Così si risolvono tutti i dubbi e non se ne parla più.

Se invece dovesse risultare che una parte dei 17.000 mq (piccola, media o grande che sia) non si riesce più a trovarla; oppure si ritrova, ma consiste di manufatti precari, volatili, evanescenti, o addirittura abusivi, non considerabili in alcun modo come volumi consolidati (secondo i metodi di calcolo sanciti dalle norme comunali), che succede ?
Succede che il Piano va rifatto da capo e tutti quei metri quadri non ritrovati o troppo evanescenti, non possono più essere appellati come recuperi senza consumo di territorio, ma vanno chiamati con il loro nome e cioè: nuove costruzioni. A meno naturalmente (come tutti auspicherebbero) di rinunziarvi del tutto.
Un piano che contenesse importanti errori materiali sulle superfici esistenti (sul fondamento cioè del piano stesso), non potrebbe ovviamente proseguire il suo iter, e il Comune stesso (in autotutela) dovrebbe ritirarlo.
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VAS allegata alla Variante al RU di Rimigliano del 2010


Pag. 43 della Relazione del RU 2010 del progettista arch. Giommoni  (vedi par. 5 e 6)



Corriere Fiorentino del 18 agosto 2011
   

sabato 13 agosto 2011

Fabbricati di nylon trasparente sbriciolato - Volumi eterei

URBANISTICA CREATIVA A RIMIGLIANO
Questo sopra è (in una foto di alcuni anni fa) il Nucleo del podere Poggettino Contessa Lea. Quello destinato ad ospitare il nuovo Grand'Hotel Rimigliano.
Si distingue sul retro il grande fabbricato in muratura, destinato dal Piano ad essere ristrutturato ad appartamenti.
Davanti si notano le enormi tettoie metalliche coperte in eternit, usate prevalentemente come stalle e destinate ad essere demolite per essere ricostruite (altrove, in altri poderi)  come nuove abitazioni.
In primo piano si intravede un manufatto basso, trasparente, lunghissimo. Che sarà?
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Guardiamo meglio.
A parte il piccolissimo fabbricato in muratura sulla testata di sinistra, pare proprio che si tratti di una serra per ortaggi in paleria metallica e nylon trasparente. Quella roba che d'inverno si fa sui terrazzini per proteggere i gerani. Solo un po' più grande.
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Guardiamo la foto satellitare del 2007.
L'oggetto in questione è quello lungo sulla destra della foto.
Sembra ancora in funzione. La copertura è senz'altro trasparente, molto trasparente.
Si vede benissimo la struttura metallica che sostiene il nylon, e sotto i vari appezzamenti delle diverse primizie.
Anzi, guardando meglio la serra appare addirittura scoperta e i due lunghi bordi biancastri irregolari dovrebbero essere senz'altro i teli di nylon della copertura, arrotolati. Si vede che siamo nella stagione calda.
Si. E' senz'altro e nient'altro che una serra copriescopri. Come quelle che intorno a Genova coprono per centinaia di ettari le colline. Costruzioni precarie a servizio delle coltivazioni, urbanisticamente irrilevanti, che non necessitano di autorizzazione.
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Guardiamo ora la foto aerea del volo regionale del 2010.
La serra appare ormai dismessa. Invasa da alta vegetazione spontanea, la copertura non c'è più e anche la struttura metallica che sorreggeva i teli di nylon appare incompleta.
Si trattava quindi di una costruzione precaria usata come serra copriescopri, ormai pressoché completamente dismessa.
Non penseranno mica di poterla considerare un volume urbanisticamente consolidato ristrutturabile o recuperabile altrove ???
Evidentemente NO. Ci mancherebbe anche questa!
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Regolamento Urbanistico di Rimigliano adottato
Scheda P5 (Podere Poggettino-Contessa Lea)
SORPRESA !!!
Nel Regolamento Urbanistico (e anche nel Piano Strutturale) quel ricordo di serra è considerato volume urbanistico ad ogni effetto e come tale recuperabile per appartamenti privati.
Siccome quella memoria di serra avrà una superficie di circa 300 mq, solo da quell'ectoplasma evanescente si potrà ricavare qualcosa come cinque alloggi da 60 mq. Mica male!
E' l'Urbanistica creativa, bellezza! e tu non puoi farci niente. Niente !
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Per completezza si riportano di seguito le risultanze catastali del Servizio Geografico Regionale, che rappresentano la situazìone prima dei recenti accatastamenti a tappeto del 100% di tutti gli immobili, stabili o precari, integri o cadenti. 


Fabbricati accatastati

Sovrapposto:  Catastale / Fotogrammetria

Sovrapposto: Catastale / Volumi censiti nel Regolamento urbanistico Adottato

Rappresentazione  attuale dopo i recenti accatastamenti a tappeto

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